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Il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) utililizza la pratica della meditazione sul respiro per condurci a uno stato di quiete, di apertura e di consapevolezza.

“Esseri respiranti”

Prova a respirare. Lo diamo sempre per scontato, fin quando ci capita un brutto raffreddore o diversi motivi non riusciamo a respirare bene. Allora tutto d’un tratto, il respiro diventa la cosa più importante al mondo. Eppure il respiro entra ed esce incessantemente dal nostro corpo. La verità è che noi siamo “esseri respiranti”. Noi prendiamo dell’aria a ogni inspirazione e la restituiamo al mondo a ogni espirazione. La nostra vita dipende da questo.

Suzuki Roshi, esperto di mindfulness, parla di questo andare e venire incessante del respiro come di una porta che si apre e si chiude ritmicamente. E siccome non possiamo uscire di casa senza portare con noi questa vitale e misteriosa “danza ritmica”, il nostro respiro è perfettamente adatto per essere preso come primo oggetto di attenzione, per portarci dentro il momento presente. Dal momento che stiamo respirando solo ora – lo scorso respiro è andato, il prossimo non è ancora arrivato. Ed è sempre così, dal momento che ci costringe a rimanere nel momento presente. Ecco che il respiro è un’eccellente ancora per ridirigere la nostra indisciplinata attenzione.

Respiro e meditazione

Questo è uno dei motivi per cui il fare attenzione alle sensazioni che il respiro provoca al corpo è proposto a chi inizia un percorso di mindfulness come primo oggetto di attenzione in numerose e differenti tradizioni meditative. Ma essere presenti alle sensazioni del respiro nel corpo non è una pratica solo per principianti. Può sembrare semplice. E’ stato lo stesso Buddha a insegnare che questa pratica contiene in sé tutto ciò di cui abbiamo bisogno per coltivare l’intero campo della nostra umanità. Compresa la capacità di essere saggi e di provare compassione.

La ragione di tale affermazione, come vedremo tra poco, è che il dare attenzione al respiro non riguarda propriamente il respiro, come neppure il dare attenzione a un qualsiasi altro oggetto che si è assunto come oggetto di attenzione è dare propriamente attenzione a quello specifico oggetto. I diversi oggetti di attenzione ci servono per aumentare la stabilità del nostro essere presenti. Gradualmente cominciamo a sentire che essere presenti è quello che conta. Tutto questo si fonde in un dinamico tutt’uno di consapevolezza. E questo perché l’essere umano e il respiro non sono mai stati davvero separati.

Portare l’attenzione al respiro è un passo prezioso per allenarsi ad accorgersi delle abitudini mentali proprio nel momento in cui sorgono. La mente di volta in volta si allontanerà dal respiro attratta da innumerevoli distrazioni interne ed esterne. È bene ricordare che questa è la natura della mente e che ogni volta che accade, fosse anche mille volte, si può notare che cosa l’ha catturata e poi gentilmente riportarla aI respiro.

Abitudini mentali e respiro

È proprio questa danza, in cui la mente viene rapita da un pensiero o da un impulso e poi la si riaccompagna al respiro, che permette di coltivare un’attitudine più libera e consapevole dagli stati mentali abituali e automatici. Permettiamo loro di esistere, cogliamo la loro natura e li lasciamo andare. Dirigendo l’attenzione al solo respiro ci si può accorgere più chiaramente ogni volta che ce ne si allontana. Il respiro è uno strumento preziosissimo per l’allenamento alla consapevolezza poiché è sempre con noi, si muove nel corpo, ma non lo notiamo quasi mai, ce ne dimentichiamo. Scegliere intenzionalmente di prestarvi attenzione è un qualcosa che può essere fatto in ogni momento della giornata. Il respiro può diventare l’ancora della nostra nave fatta di mente e corpo.