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Il 20 aprile l’Istat ha presentato il quadro complessivo della salute mentale in Italia nell’ultimo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2022 (Bes), evidenziando gli avanzamenti e le criticità rispetto al periodo pre-pandemia. Dei dodici domini analizzati dall’Istituto Nazionale di Statistica, risultano di nostro interesse le voci relative alla Salute, alle Relazioni sociali e al Benessere soggettivo, di cui riportiamo brevemente i principali risultati.

Analisi della salute mentale degli italiani

Il Rapporto Bes 2022, tramite l’analisi dell’indice di salute mentale (misura del disagio psicologico), evidenzia come siano le persone anziane a riportare i livelli più bassi di salute mentale, in particolare le donne. Anche la popolazione giovane presenta una condizione di benessere mentale peggiore rispetto ai livelli pre-pandemici. Probabilmente tale condizione è dovuta all’instabilità e all’incertezza che hanno caratterizzato questi anni, colpendo significativamente coloro che si trovavano in un periodo chiave per la progettazione del proprio futuro.

Rispetto a come si può intervenire di fronte al peggioramento della salute mentale dei giovani in Italia Daniela Chieffo ha ribadito la necessità di agire in ottica preventiva attraverso percorsi di psico-educazione rivolti agli adulti, affinché riescano ad individuare precocemente i primi segnali di disagio nei più giovani. In linea con quest’approccio, anche David Lazzari, presidente del CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), sottolinea l’importanza della prevenzione e della promozione della salute a scuola, in quanto luogo d’elezione per l’intercettazione del disagio giovanile. Quindi, risulta fondamentale agire sia nei confronti dei giovani, quali destinatari ultimi degli interventi, sia nei confronti degli adulti (genitori, insegnanti, educatori, …), in quanto riferimenti educativi primari dei giovani.

Il dominio del Benessere soggettivo

La dimensione del benessere soggettivo si descrive comunemente attraverso la soddisfazione personale verso la propria vita nel complesso o per determinati aspetti che la riguardano. Proprio nel 2022 si raggiunge la percentuale più elevata finora registrata di persone che si ritengono molto soddisfatte per la propria vita. Le persone più soddisfatte sembrano essere quelle tra i 14 e i 54 anni, mentre il grado di insoddisfazione cresce con l’aumentare dell’età.
Tra i fattori che incidono sulla dimensione del benessere soggettivo troviamo il livello di istruzione, la struttura familiare e la condizione occupazionale. Dal Rapporto emerge che le persone maggiormente soddisfatte della propria vita sono in genere quelle con un titolo di studio più elevato, con una famiglia più numerosa (fino a 4 componenti) e con un’occupazione lavorativa nelle posizioni di dirigente, imprenditore e libero professionista.

Chi sono gli ottimisti e i pessimisti in Italia

Nonostante i dati riscontrati in merito al benessere soggettivo, nel 2022 aumenta per la prima volta la percentuale di persone che ritengono che la propria situazione peggiorerà nei prossimi cinque anni. La maggiore diminuzione di ottimisti si verifica tra gli uomini di 25-34 anni e la quota di pessimisti aumenta al crescere dell’età. I giovani nella fascia 20-24 anni rimangono prevalentemente ottimisti.
Anche in questo caso, è maggiormente ottimista chi ha un livello di istruzione superiore, una famiglia mediamente numerosa e una condizione occupazionale elevata. Tuttavia, indipendentemente dal livello di benessere delle persone, la risposta in assoluto più frequente in merito alla propria condizione futura è che la situazione “resterà la stessa”. L’assenza di prospettive di miglioramento, insieme al reputare la propria vita insoddisfacente, possono essere interpretati come chiari sintomi di malessere. Nel 2022, circa l’8% degli italiani di 14 anni e più si trova in questa condizione.

Il dominio delle Relazioni sociali: un lento recupero

Un’ulteriore dimensione che interagisce con le due precedentemente trattate è quella delle relazioni sociali: rispetto al periodo pandemico si osserva un innalzamento del grado di soddisfazione per le relazioni familiari e amicali, ma non raggiunge i livelli pre-pandemia.

Conclusioni

In sostanza, sebbene i dati Istat mostrino un generale miglioramento rispetto al 2020-2021, non si può dire che si siano recuperati i livelli di benessere percepito antecedenti alla pandemia. In particolare, le persone più fragili risultano essere i giovani e gli anziani. Questa evidenza sottolinea nuovamente l’importanza della professione dello psicologo (Studio Psyquadro) negli ambiti della prevenzione del disagio e della promozione della salute in svariati contesti, a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro.

a cura di Fulvia Iadanza e Virginia Barchetti